giovedì 1 dicembre 2011

I'm a jerk.

C'era una volta Gato,
e tutte le sue cattive abitudini.
C'era una volta Gato, una festa anni '90 (siamo a questo? Faremo una festa anni 2000, fra poco?), un anno e mezzo fa, e c'era un ragazzo alto, bruno, silenzioso e fidanzato.

E' una di quelle cose che ti succedono poche volte, nella vita.
E' guardare in faccia qualcuno, e sapere che, a fasi alterne, lo amerai per tutta la vita, anche se non ci pensi quasi mai.
E' nascondergli tutto e sapere, dentro di te, che è inutile, perché sicuramente se ne sarà accorto.
E' rassegnarsi.
E' intavolare una discussione su FB sulla politica, che porca miseria, cosa mi passa nel cervello?, si poteva tranquillamente evitare.
Meno ci parlo meglio sto.

venerdì 25 novembre 2011

Getting Better.

Ok.
Ero andata via, e adesso sono tornata.
Porca miseria, che palle ricominciare continuamente.
Su splinder avevo trovato qualcuno che mi seguiva, ed eccomi di nuovo qui, da sola.
Anyway, mi sono data una mossa. Ho smesso di piangermi addosso. E stamattina ho chiesto la tesi.

domenica 24 aprile 2011

Pasqua, la sigaretta, il signor O.

E' strano.
Oggi ero a pranzo da mia zia, il tipico pranzo pasquale in famiglia, dove ti abbuffi senza ritegno e vedi gente che per tutto il resto dell'anno - tranne rare occasioni come compleanni e cose del genere - ti dimentichi che esista.
Mentre ero in balcone a fumare e riflettevo sulla mia ingordigia e sulla totale mancanza di pudore che assumo in situazioni come questa, mi è capitato di guardare una delle case che avevo di fronte.
In quella casa, o meglio, nella casa che c'era in quel posto prima che demolissero tutto e costruissero una di quelle orride villette uguale ad altre millemila nel mondo, abitava un signore anziano, il signor O.
Il signor O. era un vecchino gentile, amico di mia nonna, che aveva un nipote che a sua volta era amico mio.
Il signor O. comprava sempre dei panini al latte in più  per offrirli agli amici di suo nipote.
Il signor O. aveva lavorato come cuoco in un grande albergo della mia città, e mia mamma ricorda ancora le sue bellissime torte.
IL signor O. aveva lavorato una vita per comprare il terreno dove aveva fatto costruire la sua casetta, nella quale abitavano anche sua figlia con il marito e i due figli.
Il signor O. era una delle persone più gentili che avessi mai conosciuto, ed origliando le conversazioni dei grandi, una volta, scoprii che mia nonna ogni tanto gli prestava dei soldi.
Qualche anno dopo, che io ero già al liceo e non giocavo più con il nipote del signor O., mia nonna mi raccontò che tutta la famiglia era stata costretta a trasferirsi in un appartamento in periferia perché il genero del signor O. si era giocato la casa a poker.
All'epoca, nella mia mente di ragazzina, pensai che fosse una cosa molto avventurosa, e che magari i nipoti, soprattutto D., il mio amico d'infanzia, che era un asso a pallacanestro e che praticamente era stato cresciuto dal nonno, sarebbero riusciti a riscattare la casa in qualsiasi modo, come succedeva nei romanzi di Bianca Pitzorno, che tutto sarebbe tornato come prima e che il signor O. sarebbe tornato a casa SUA.
Non ci ho più pensato.
Fino ad oggi, quando mi è capitato di posare lo sguardo sull'orrenda villetta.
Allora mi sono ricordata di tutta questa storia, ed ho pensato che non ho neanche una foto della casa che c'era prima lì, e che l'orrida villetta ha cancellato tutti i miei ricordi.
Dopo la morte di mia nonna, nel 2006, non ho più avuto notizie del signor O.
Non so se è ancora vivo, se è morto, come ha passato gli ultimi anni in una casa che non era la sua.
Non so neanche perché l'ho scritto, in realtà.

mercoledì 20 aprile 2011

I'm back (ovvero:mi è tornata la voglia).

Cominciare un blog e mollarlo dopo un solo post è veramente banale.
Il mio primo post,effettivamente,sprizzava depressione da tutti i pori.
Sono passati mesi,sono cambiate le cose,sto bene nonostante mi sia successo di tutto.
Tanti anni fa avevo un blog,ero abbastanza costante,mi piaceva.Poi la crisi,quella che io chiamo il crampo del suino,dato che NON sono una scrittrice,dunque non vedo perché dovrei mai avere una crisi creativa,visto che scrivo i cazzi miei e non altissimi pezzi di poesia.
All'epoca,poi,il confronto con altri blog,con gente che,pur scrivendo cose banali,le scriveva molto meglio di me,mi atterrì del tutto,ed il blog fu abbandonato.
Beh,mi è tornata la voglia.Tanto,capirai.Ci sarà sempre gente che scriverà meglio di me,perché scrivere è un talento naturale (talento-peraltro-che nella mia spocchiosissima gioventù pensavo di avere),ma io non aspiro a tanto,anzi.
Beppe e Dino (Fenoglio e Buzzati,i miei amiconi) mi guardano bonari dalla libreria,e a me sta bene così.

No,la verità è che oggi mi è capitato sotto gli occhi il blog di una tipa che vuole fare la scrittrice,ed era talmente pessimo,e farcito di idee banali,che mi sono detta:"Un momento.Perché no?"
(So che non si  parla male degli altri blogger,ma volevo solo essere sincera,almeno all'inizio).

Ok.
Ho scritto un sacco di cose sconnesse e senza senso,ma è solo l'inizio,no?

venerdì 28 gennaio 2011

Ci sono momenti che.

Arrivano,nella vita,momenti in cui ti dici che avanti così non puoi andare.
Non perchè le cose vadano sempre peggio-capita-,ma perchè le cose vanno male costantemente,sempre allo stesso livello.
Quando cominci un anno ti dici che sarà un nuovo inizio anche per te,cerchi di imparare dalle cose brutte dell'anno precedente e fare tesoro delle cose belle.
E invece le cose prendono una piega del cazzo,e tu neanche te ne rendi conto,finchè il tutto non ti si palesa davanti.
Fino ad oggi ho continuato ad svegliarmi la mattina di buonumore,nonostante sapessi che le cose che mi riguardano,la mia vita,in questo periodo,fanno schifo.
Mi sono resa conto di aver fatto il processo inverso,di aver messo le cose belle in un cassetto e di aver continuato a trascinarmi le cose brutte.
Continuo a ricadere negli stupidissimi tranelli che il mio cervello mi fa,volendo ricordare momenti felici della scorsa estate con quella persona che poi mi ha fatto solo male.
Volendo,ho scritto,ed intendo esattamente quello.
Mi sento come chi non riesce ad andare avanti e quindi preferisce guardare indietro e crogiolarsi nella melma.
Sono malinconica di natura,ma questo è puro masochismo.
Perchè se mi fermo un secondo e penso a mente fredda a quella persona che tanto male mi ha fatto la scorsa estate,non provo quel trasporto,quella voglia di chiamarlo (pazza,sei pazza) che invece provo quando mi costringo a pensare ai momenti belli.Sono passati quattro mesi da quando la storiella estiva che mi ha sconvolta è finita.Quanto ancora vorrò darmi la zappa sui piedi,quanto ancora vorrò disperarmi pensando-sapendo-che lui non sta come sto io,pensando che magari guarda un'altra come guardava me e le dice magari le stesse cose che diceva a me?
Visto?Lo sto facendo di nuovo.
Alle domande che mi pongo in pieno delirio non c'è risposta,perchè sono le domande che ci facciamo tutti quando una storia finisce.Ma il solito ragionamento del "perchè porsele,allora?" non funziona con una psicotica malinconica come me.
Cioè,non sempre.
Avete presente quella sensazione assurda che si prova quando si ha pianto tanto e ci si sente come se si stesse sott'acqua o se si facessero suffumigi di acqua salata?
Ecco,pensavo di essermene liberata,e invece quali cazzi.
O è solo il raffreddore,ed il fatto che ci fumo sopra.
Sono un'idiota,ecco cosa.
Bah.